TECNOLOGIE DI COMUNICAZIONE E UBICOMP
Le tecnologie di comunicazione e di ubiquitous computing (ubicomp), entrando in potenziale simbiosi con l’umano e con il suo abitare e usare lo spazio, rilanciano con forza la sperimentazione nei diversi settori del design, incluso l’office design. Il responsive environment, preconizzato dai designer metabolisti e radicali tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, diviene oggi realtà grazie a queste tecnologie smart, al punto che gli spazi, interni ed esterni, sono potenzialmente oggetto di un design in tempo reale. Questo trasforma l’uso degli spazi in esperienza, mentre l’utente diviene parte attiva e unica dell’infrastruttura spaziale e informatica. Si rimette così al centro il fattore umano, rendendolo componente unico di un’infrastruttura fisico-digitale diffusa. Per questo le tecnologie smart possono essere utilizzate sia per il design di interni degli edifici che come infrastruttura non invasiva per gli spazi pubblici urbani.
I numeri della diffusione delle tecnologie smart sono impressionanti. Secondo i dati forniti dalla Ericsson, nel 2018 i dispositivi connessi in rete (automobili, macchine, sensori, dispositivi indossabili ed elettrodomestici) supereranno in numero i cellulari. Si prevede che nel 2022 ci saranno circa 18 miliardi di dispositivi connessi in rete senza bisogno di un operatore umano. Le tecnologie per telecomunicazione, ubicomp e fabbricazione digitale stanno confluendo da tempo, generando in quasi tutti i settori della società umana un fenomeno chiamato customizzazione di massa, come citato in The Alphabet and the Algorithm di Mario Carpo. Se il mondo preindustriale era caratterizzato dalla singolarità artigianale dei manufatti e il mondo moderno della produzione in serie si basava sulla standardizzazione meccanica, oggi abbiamo innumerevoli possibilità di personalizzare sia i prodotti materiali che quelli immateriali.
ESPERIENZE CONCRETE: IL CASO DI THE EDGE
Non si tratta di previsioni, ma di esperienze concrete. L’11 dicembre 2014 è stato infatti inaugurato The Edge, il primo edificio concepito e realizzato per essere utilizzato come un hub per lavoratori dall’elevata mobilità, e il tutto grazie ad un design ideato per operare in stretta sinergia con l’architettura informatica interna. É uno degli edifici più connessi di Amsterdam, di proprietà della OVG real estate, con una superficie di 40.000 mq e capace di produrre più energia di quanta ne consumi: pannelli solari in copertura, orientamento solare specifico e impianto geotermico garantiscono all’edificio ben più del proprio fabbisogno energetico.
The Edge utilizza molte delle tecnologie smart disponibili sul mercato, è dunque uno smart building, dotato anche di un’ottima gestione dell’energia. La Philips ha realizzato specifici corpi illuminanti LED, dotati di complessivi 28.000 sensori in grado di rilevare movimento, grado di illuminazione dell’ambiente, temperatura e infrarossi. Ogni gruppo lampada è dotato di uno specifico IP, grazie al quale il software di facility management è in grado di conoscere in tempo reale sia il livello di utilizzo degli ambienti che quanta energia richiedano, in termini di illuminazione e calore: quando si entra in un ufficio le lampade forniscono 300 lux e temperatura a 20°, completamente customizzabili; quando un locale è privo di utenti le applicazioni riducono automaticamente illuminazione e temperatura.
Gli utenti di The Edge devono utilizzare uno smartphone per effettuare il check-in, pagare per l’uso temporaneo degli spazi (prenotati ed utilizzati secondo il principio dell’hot desking) e customizzare illuminazione e temperatura degli ambienti. Secondo la CBRE, che si occupa della gestione dell’edificio, l’ecosistema di The Edge richiede un’utenza attiva e partecipe. Per questa ragione ritengo che, stimolato dalle opportunità offerte dalle tecnologie smart, il design stia tornando ad indagare il fattore umano in modi nuovi, con l’obiettivo di sviluppare spazi informali e sempre più customizzabili. Grazie a questa vision The Edge è in grado di fornire un servizio di alta qualità e di ridurre sensibilmente i consumi energetici.
Enrico Lain è PhD, architect, co-founder at inTerritori – improving lands un’agenzia dedicata alla pianificazione strategica della città e del territorio.
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