Nell’ ultimo articolo abbiamo visto come funziona il Consenso di Nakamoto, finora il principale tipo di blockchain. In questo articolo approfondiremo gli effetti socio-economici positivi di questa tecnologia e di tecnologie simili.
L’economia neo-istituzionale
Per capire quali siano i vantaggi che blockchain introduce in questo senso, dobbiamo usare un qualche framework concettuale utile allo scopo. Nel primo articolo abbiamo introdotto la teoria dei giochi e il mechanism design per comprendere gli aspetti tecnici della blockchain, in questo articolo aggiungeremo nuovi strumenti di analisi. Ci rifaremo alla scuola economica neo-istituzionale, che estende l’economia neo-classica con il riconoscimento che la razionalità umana è limitata, che le informazioni a disposizione sono limitate e possibilmente false, e che usiamo la cultura e l’euristiche per risolvere i problemi di oggigiorno, affidandoci ad istituzioni, ossia modi di agire ed interagire regolati da chiare norme legali e culturali.
Il fine ideale di ogni istituzione è quella di ridurre i costi di coordinazione, la probabilità e la profittabilità della predazione in e tra società, e garantire l’acquisizione e il mantenimento di benessere individuale e sociale. Le istituzioni storiche però non sono né potrebbero essere perfette, per cui evolvono nel tempo, adattandosi a ed adattando le circostanze culturali, tecnologiche, storiche e ambientali.
I principali strumenti di analisi dell’economia neo-istituzionale sono la teoria della proprietà, la teoria delle transazioni e la teoria dell’agenzia. Questi saranno anche quelli che useremo.
Teoria della proprietà e blockchain
La teoria della proprietà si concentra sull’analisi dei costi e benefici di questa istituzione, di come sia cambiata nel tempo e dell’effetto che ha ed ha avuto nelle diverse civiltà a noi note. La proprietà, ossia il diritto esclusivo di uso e scambio di cose o, in certi casi storici, persone, ha avuto un’importanza cruciale durante la storia. Questa istituzione riduce i conflitti per l’acquisizione e l’uso di mezzi ritenuti utili dagli agenti, e definisce chiaramente le responsabilità dei profitti e dei costi dati dall’uso o abuso di quei mezzi. Il suo rinforzo ha come effetto la riduzione della predazione e dei conflitti e l’aumento della coordinazione sociale.
Come ogni istituzione la proprietà, a seconda dalle regole e le tecnologie usate per regolarla e rinforzarla, è più o meno efficiente ed efficace. Le civiltà che sono riuscite meglio a regolarla e rinforzarla hanno potuto avvantaggiarsi di una fiorente economia e di una maggiore capacità di coordinazione, potendo poi restare in vita per più tempo e raggiungere dimensioni maggiori rispetto alle società meno capaci in questo. Esempi storici noti sono la Repubblica e l’Impero Romano e l’Impero Cinese, che hanno sviluppato strumenti legali che, se non ancora in uso oggi, ricordano quelli moderni e in certi casi li superano.
La tecnologia blockchain riesce a garantire il rinforzo dei diritti di proprietà, il loro trasferimento, e la loro tracciabilità. Grazie all’uso della crittografia e degli incentivi, una blockchain può garantire con bassi costi (quelli della “tassa” richiesta da ogni transazione) servizi di notariato che in una società normale richiedono molta fiducia e alti costi di coordinazione. Questo accade sia per il trasferimento di valore che di quello di dati. Il dato che attualmente può essere registrato direttamente nella blockchain è limitato (anche se ci sono diversi tentativi di superare questa limitazione), ma grazie ad uno strumento crittografico chiamato hashing crittografico, si può rappresentare in modo univoco e in poco spazio anche grandi quantità di dato. Nel gergo blockchain questi dati che ne notificano altri sono chiamati prove di esistenza (proof of existence), e garantiscono sia l’autenticità che il tempo di registrazione del dato. La firma crittografica di queste prove di esistenza permette di dichiarare e verificare la loro authorship o la loro proprietà (smart property). In questo modo ognuno può verificare, con certezza matematica, sia il possesso del dato originale (basta che il proprietario lo riveli e si compari la sua hash con quella nella blockchain), sia di quello nella blockchain (grazie alla firma crittografica). Nel caso il dato debba essere unico, come nel caso di beni rinforzabili con la proprietà intellettuale, è possibile verificare se il dato sia stato illegittimamente registrato da qualche altro agente, e di sfavorire ogni futura registrazione indebita. La trasparenza della blockchain rende quindi banale la risoluzione di conflitti di proprietà.
L’importanza di tutto questo è ancora più chiara se teniamo conto che se nelle società più sviluppate è finora stato possibile mantenere complesse burocrazie per la gestione e il rinforzo dei diritti di proprietà, il costo del rinforzo della proprietà privata è ancora alto nelle società meno sviluppate e nelle aree depresse e meno raggiunte dalla legge delle stesse società sviluppate. Qui la probabilità di riuscire a predare sulla proprietà altrui è maggiore, con noti effetti socio-economici. Seppure oramai un pò datata, una delle ricerche più interessanti su questo tema è stato portato avanti dall’economista peruviano Hernando De Soto, autore di “Il mistero del capitale. Perché il capitalismo ha trionfato in Occidente e ha fallito nel resto del mondo” (sullo stesso tema ha pubblicato un interessante articolo su Cato Institute, “Why Capitalism Works in the West but Not Elsewhere”).
Apparte i diritti di proprietà, è possibile eseguire, rinforzare e tracciare la registrazione e il trasferimento di altri diritti, per esempio il diritto all’uso o il diritto di voto.
Teoria delle transazioni e blockchain
La teoria delle transazioni tratta i costi delle transazioni economiche e politiche. Le transazioni sono soggette a costi particolari che, se troppo alti, le rendono irrealizzabili o molto rischiose. I costi possono essere distinti in costi di informazione (sapere se una certa transazione sia utile, se ci sia qualcuno con cui poter farla con successo, come avviarla e portarla a termine, come verificarne le varie fasi), costi tecnologici, costi legali e costi finanziari. A questi si aggiungono dei rischi legati alla loro natura ed esecuzione. I rischi possono essere dati dalle controparti, dagli intermediari, dalla potenziale inaccuratezza delle informazioni richieste e dalle tecnologie usate. La gestione del rischio aumenta il costo di una transazione, e in certi casi la rende proibitiva.
Una società, più riesce a ridurre i costi e i rischi di transazione, più riesce ad aumentare il tipo e numero di transazioni che può eseguire, il numero di persone che possono eseguirle, la sua complessità, le proprie dimensioni e, in definitiva, il proprio output economico. Laddove una società invece fallisca nel garantire transazioni poco costose e sicure, si rifà all’uso di collusione, corruzione e nepotismo, metodi che, a causa della loro natura predatoria e della loro incapacità di scalare (richiedono molta fiducia, consenso nel predare e sono soggette a molti rischi) e di gestire situazioni complesse (il bisogno di fiducia prevale sul bisogno di efficacia), portano un sistema a non funzionare adeguatamente ed eventualmente a decadere.
Blockchain, riducendo i costi di verifica grazie alla sua trasparenza e all’uso di metodi crittografici, permette di certificare, con bassi costi, e verificare, senza costi, se ci siano le precondizioni per una certa transazione, le sue fasi di esecuzione e, in caso di fallimento, quali siano le parti responsabili. Le transazioni che possono essere garantite non sono solo trasferimenti di valore, ma di tutto ciò che può avere una sua rappresentazione digitale. L’intermediazione, qualora ancora necessaria, può essere garantita e tenuta sotto controllo grazie all’uso di transazioni con più’ firmatari. L’uso di smart contracts, contratti programmati eseguibili e/o verificabili tramite blockchain, permette di automatizzare molte parti dell’esecuzione di una transazione, riducendo il costo e il rischio di transazioni anche molto complesse. L’uso di smart oracles, dati registrati su blockchain da parti reputate competenti e affidabili, la cui responsabilità è comunque rinforzata dalla trasparenza della blockchain, permette di ridurre i costi e i rischi per l’acquisizione e l’uso di informazioni richieste dalle transazioni.
Teoria dell’agenzia e blockchain
La teoria dell’agenzia riguarda la delegazione. Nella teoria si distinguono due tipologie di agenti riguardo alla delegazione: i principali, ossia coloro che delegano, e gli agenti, i delegati. Un principale delega una qualche transazione, economica o politica, perché i costi e/o i rischi di portarla avanti sarebbero troppo alti per il principale. L’agente, il delegato, è scelto perchè reputato affidabile e competente nel portare avanti la transazione. Purtroppo, sia nel settore privato che in quello pubblico, non è sempre possibile accertarsi che il delegato faccia quanto richiesto, perché i costi di verifica sono spesso proibitivi. Questo incentiva l’azzardo morale da parte del delegato, il quale potrebbe approfittare della propria posizione per predare sul principale o altri sfruttando i poteri conferitigli dalla delegazione.
Il problema tocca tutte le organizzazioni complesse. In queste molte volte ai principali non resta che fidarsi che funzionino come dovrebbero, e qualora scoprissero che non è il caso, spesso non hanno gli strumenti per poter migliorare la situazione, perché la loro alternativa è di non avere il servizio che queste organizzazioni offrono. A causa di questa situazione, è incentivata una selezione avversa che avvantaggia chi, in queste organizzazioni, sceglie di non comportarsi onestamente. Questo limita l’efficacia, la complessità e la scala che un’organizzazione può raggiungere, poiché laddove funzioni lo fa attraverso la fiducia, e questa non scala, e laddove non funzioni è limitata nelle sue funzioni dagli atti predatori dei suoi agenti disonesti.
Blockchain permette di verificare che un certo agente abbia eseguito una certa azione in un certo tempo, grazie all’uso delle proofs of existence e degli smart oracles. Nel caso servano conferme ulteriori, più utenti possono confermare che l’evento abbia avuto luogo unendosi ai firmatari della transazione contenente la prova del fatto. In questo modo la probabilità di azzardo morale viene ridotta se non eliminata.
Poiché la blockchain permette di verificare con semplicità l’andamento di transazioni anche complesse e di accertare e rinforzare la responsabilità delle parti, renderebbe inutile molta dell’intermediazione richiesta dai sistemi tradizionali per verificare le condizioni, l’andamento e la responsabilità di transazioni di beni, servizi o diritti. I costi di agenzia, qualora presenti, resterebbero solo per transazioni che richiedono expertise tecnico e la verifica di condizioni non accertabili via blockchain. Attraverso l’uso di proofs of existence, smart oracles e smart contracts, la tecnologia blockchain permette di eseguire e/o verificare protocolli di governance e contratti complessi che attualmente sono difficili da verificare o semplicemente infattibili.
Conclusioni
La tecnologia blockchain ha il potere di rivoluzionare completamente il modo in cui la società espleta le sue funzioni. La sua trasparenza, la sua capacità di permettere la registrazione e il trasferimento di dato e, in certi casi, l’esecuzione di contratti programmati, consente di usarla per migliorare l’efficienza e l’efficacia di varie istituzioni sociali, sia del settore privato che di quello pubblico. Questo va a vantaggio sia di coloro che attualmente beneficiano di queste istituzioni, sia di coloro che finora non sono riusciti a farlo, perchè ne riduce i costi e i rischi e ne aumenta la scalabilità, aumentandone l’inclusività. Inoltre apre alla realizzazione di istituzioni che sono resi impraticabili a causa dei loro costi e rischi alti.
Nel prossimo ed ultimo articolo di questa serie, ci concentreremo sugli ultimi sviluppi tecnologici nel mondo blockchain, soffermandoci soprattutto sulle alternative al Consenso di Nakamoto.