Quali competenze deve mettere in campo un People Team per aiutare le Persone a considerare il cambiamento un’opportunità? Molte, ma tutte – gira e rigira – ruotano intorno a una, quella fondamentale capacità di creare, mantenere, consolidare relazioni.
Penso ai 5 sensi come metafora che ben racconta la complessità del sentire di cui deve essere capace chi si occupa di “personale”:
VISTA
“Dal mio punto di vista…”
Effettivamente nella testa di ognuno di noi è proprio così: un ritorno alla propria esperienza che ci proietta mentalmente delle immagini da una posizione ben precisa, ma se non ti sforzi di “vedere” la scena dalla stessa “angolazione” del tuo interlocutore, sarà difficile condividere alcunché. Figuriamoci se in ballo c’è un conflitto.
UDITO
“Non mi suona bene”
Come è facile cadere in azienda nelle libere interpretazioni di chi ha detto cosa. Ognuno vede e interpreta il mondo a modo suo. Quindi verifica di persona: ti consente di evitare conflitti sterili, inutili e costosi.
OLFATTO
“Sento puzza di bruciato”
Quando qualcosa non ti quadra un buon olfatto ti aiuta a prevenire situazioni di conflitto a beneficio del clima e del benessere dei singoli coinvolti.
GUSTO
“È proprio una battuta di cattivo gusto”
Mi è capitato di sentirne spesso qua e là, magari fatte in buona fede, ma sempre di cattivo gusto erano. Per cambiare veramente, la buona fede non basta più. Serve consapevolezza, dare l’esempio. L’intervento di un People Team in questi casi va calibrato, devi sempre tener conto del contesto, del momento e delle parti in causa. Non esistono ricette preconfezionate.
TATTO
“Vacci piano, con lui/lei serve tatto”
Quante volte l’ho sentita questa frase? È importante fare attenzione a come si dicono le cose: il linguaggio non verbale è potente, passa a dispetto di ogni tentativo di depistaggio verbale. È come l’acqua, trasparente. E comunicare con tatto, anche le cose meno gradevoli, è un indice di professionalità.
E poi?
Riuscire ad utilizzare i 5 sensi per chi si occupa di persone è già molto, ma oggi, per fare la differenza, non bastano. Ed ecco gli altri due: il buon senso e il sesto senso.
BUON SENSO
Diceva Catone: “Non perdere tempo a discutere con gli sciocchi e i chiacchieroni: la parola ce l’hanno tutti, il buonsenso solo in pochi”.
Mi impegno a decidere con il buon senso: mi ricorda che ho la facoltà di agire in modo intelligente e, quindi, chiama in causa la mia facoltà di pensare. Molti preferiscono lasciare che siano gli altri a pensare per loro. Permettono che siano il sentito dire, i colleghi, l’opinione comune o il pettegolezzo a decidere per loro. Chi si occupa del benessere delle Persone deve prestare attenzione alle dinamiche che si instaurano in azienda e promuovere l’uso del buon senso è una delle chiavi che consentono l’apertura ad un dialogo autentico.
SESTO SENSO
“L’intuizione è quella parte atrofizzata del cervello collegata al cuore che ci consente di ascoltare la voce degli dei” , parole di Massimo Gramellini. Non penso che il sesto senso sia il più importante, ma se ce l’hai hai decisamente una marcia in più.
Nel cercare il benessere degli Altri, ho come la sensazione di non fare mai abbastanza. Quando decido accade quasi sempre che accontento qualcuno e scontento qualcun altro: ascolto, osservo, entro in empatia, ma mi sembra sempre di tralasciare qualcosa o qualcuno. È quel pensiero che mi porto in auto mentre ritorno a casa dopo una giornata di lavoro. A distanza di anni non ho ancora capito che cosa sia, ma ho imparato a fidarmi del mio sesto senso: mi avverte quando qualcosa non torna e così mi volto indietro, osservo e mi faccio domande, mi spinge ad andare a fondo finché non arrivo alla fonte del problema.
Le Persone che incontro mi insegnano che ciò che conta davvero per loro è spesso diverso da ciò che fanno apparire. È come se mi chiedessero di leggere un pezzo della loro storia con loro, lì in quel preciso momento.
L’abilità di un People Team è riuscire ad adoperarsi con i 5 sensi + 2 per comprendere il cosa e il come, per ampliare i punti di vista e sospendere ogni giudizio su chi hai davanti. È andare a verificare se ciò che hai ipotizzato ieri è azzeccato oggi, e in caso contrario correggere il tiro. Quanto basta, al momento giusto.
È attendere il momento ideale per dire questa o quella cosa, è creare l’occasione per parlare con tizio o con caio avendo sempre come obiettivo il bene dell’azienda e delle sue Persone.
È procedere per gradi, con tenacia e sensibilità, passo passo, senza mollare. Mai.
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