COME ABBATTERE LE RESISTENZE AL CAMBIAMENTO CON LA CONSAPEVOLEZZA
Potrebbe sembrare una questione di lessico, ma come HR non mi sento molto a mio agio con la prospettiva di incontrare delle “resistenze”. Preferisco pensare che ognuno, in un particolare momento, agisca sempre al meglio delle sue possibilità.
PENSI CHE MI SBAGLI?
In effetti, non è sempre stato così. Anni fa, da HR in erba, la pensavo diversamente e agivo di conseguenza. Credevo talmente tanto nell’equivalenza “cambiamento = opportunità” e nel fatto che fosse così per tutti, che non ero per niente disposta a prendere in considerazione l’ipotesi che colui/colei che resisteva, stesse in realtà facendo del suo meglio per cambiare senza riuscirci.
CHE COSA È SUCCESSO?
In più occasioni mi sono fatta male. Ho affrontato conflitti pesanti con colleghi, capi e sottoposti, dei quali porto ancora le cicatrici. Può sembrare un’ovvietà, ma quelle situazioni mi hanno fatto capire che ciascuno – al netto degli individui in cattiva fede, intendiamoci – fa le cose al meglio delle sue possibilità.
Cambiare è difficile, sia per la Persona, sia per l’Organizzazione di cui fa parte. Chiediti piuttosto:
PERCHÉ FACCIAMO RESISTENZA AL CAMBIAMENTO?
Il cambiamento ci costringe a volgere lo sguardo verso un’altra direzione che non conosciamo che si chiama Incertezza. Dove regna l’incertezza non controlliamo un bel niente. La paura ci rende ciechi. E se siamo ciechi, come facciamo a vedere le opportunità? Vediamo nero, altroché. E allora la guerra è servita.
A chi piace perdere il controllo sulle sue attività, sul suo ruolo in azienda, sulle sue abitudini di lavoro o di vita?
A nessuno, neanche a me, sia chiaro. E, sono sicura, nemmeno a un HR come te, qualunque siano il tipo e la dimensione dell’azienda per cui lavori.
LA CHIAVE PER USCIRNE, ESISTE?
Certo che esiste. Comincia tu, a diventare consapevole di queste reazioni. E ad accettare che lo smarrimento e la paura sono assolutamente normali quando il vento in azienda comincia a cambiare. Consapevolezza e accettazione sono i primi passi che ti aiuteranno ad abbracciare l’incertezza senza farti travolgere e fagocitare. Ti saranno d’aiuto nel trasferire agli altri questa abilità.
ECCO UNA STATISTICA ILLUMINANTE
Da vent’anni a questa parte incontro livelli di resistenze diversi tra loro, ma tutte rientrano grossomodo in due categorie.
RESISTENZA PASSIVA
Tipica di coloro che si siedono e, con spirito pessimistico, si atteggiano a vittime sacrificali. Non danno più di tanto fastidio è vero, ma diventano presto un peso per tutta l’organizzazione. Tu HR, hai l’arduo compito di scoprire i loro Moving Motivators per rinvigorire un minimo di entusiasmo e riaccendere l’energia che è in loro.
RESISTENZA OPPOSITIVA
Praticata da coloro che passano il tempo a metterti il bastone fra le ruote e che, in maniera consapevole, si mettono contro ogni iniziativa di cambiamento. Ciò di cui non sono consapevoli è la ragione che sta alla base della loro opposizione. Quella paura appunto di perdere il controllo che prende il sopravvento sulle loro azioni.
E ANCORA…
Le modalità con cui le manifestano a noi HR invece sono le più svariate. Eccone alcune:
- Gossip, ovvero l’atteggiamento dei Bastian Contrario di professione che non vedono l’ora di raccogliere i mugugni dei più recalcitranti per spifferarli a tutti i rami dell’azienda come fosse il Verbo;
- Rifiuto, è quello più in voga da sempre detto anche “abbiamo sempre fatto così”;
- Rinvio, facile da usare perché associato ad altre urgenze più impellenti. Di solito esce pulito, elegante, del tipo: “bello! Peccato che ora non abbiamo il tempo”. Ora dimmi, qual è l’azienda che non ha urgenze da sbrigare e un mercato a cui rispondere nel frattempo?
- Indecisione, quella del “potrebbe essere, ma è meglio pensarci bene”;
- Il pelo sull’uovo, quando analizzano ogni singolo dettaglio alla ricerca della perfezione sino alla paralisi… da analisi;
- Regressione, “idea balorda! lasciamo perdere e rimettiamoci al lavoro”;
ECCO LA COSA PIÙ IMPORTANTE DA FARE
In un sistema complesso come l’azienda nessuno si troverà mai nella posizione di poter controllare tutto in maniera esaustiva. Ed è su questo punto che noi HR assumiamo un ruolo cruciale: quello di creare e dare forma a “contesti” favorevoli all’autorganizzazione tra le persone e all’interno dei team. Dobbiamo imparare a concentrarci sul quadro generale lasciando che i dettagli li sviluppino autonomamente i singoli individui.
Solo così possiamo assumere pienamente il ruolo del sempre più richiesto HR as a business partner e favorire in azienda l’accoglimento dell’incertezza come fattore certo della vita organizzativa. È solo accogliendo l’incerto che la paura via via si ridimensiona, e con essa – probabilmente – le resistenze.
HR, mettiamoci al lavoro e andiamo al sodo!
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