PERCHÉ INTERLOGICA È INTERLOGICA?
E COSA SONO AGILE, SCRUM, GILDA E ALTRI CURIOSI CONCETTI SPIEGATI DA UN INSIDER NEOFITA
Sono arrivata in Interlogica esattamente 4 settimane fa. Metà gennaio e le vacanze di natale alle spalle. Anno nuovo, nuova esperienza. Perché parlarne. Perché mi sono trovata catapultata in una realtà talmente particolare da meritare di essere raccontata.
Mai prima di quest’esperienza ero entrata in contatta con il “mondo dell’Agile”.
Una volta arrivata mi sono sentita come Arthur Dent con la sua Guida galattica per autostoppisti – “un libro non terrestre e mai pubblicato sulla Terra [..] tuttavia si trattava di un libro notevolissimo. In effetti era probabilmente il libro più notevole che fosse mai stato stampato dalla grande casa editrice dell’Orsa Maggiore, della quale pure nessun terrestre aveva mai sentito parlare. Ma non è soltanto un libro notevolissimo, è anche un libro di enorme successo [..]”.
Potrete facilmente intuire il mio sconcerto nel visionare quello strano manuale.
COS’È UN’AZIENDA AGILE
Agile è un termine indicato sul vocabolario in relazione ad un qualcosa che si muove con facilità, che è svelto. Ma il termine Agile applicato ad un’azienda cosa significa? Comincio dal principio. Agile è una metodologia, in voga fin dalla metà degli anni novanta, che viene applicata alla creazione di software. Applicare il metodo Agile ai processi cambia il modo di lavorare e lo rende più fluido e aderente alle richieste del cliente. Il progetto viene realizzato per fasi, che vengono chiamate “sprint”. Lavorare per sprint significa quindi sottoporre il lavoro al cliente per blocchi progressivi che permettono di volta in volta di valutare il percorso fatto e di proseguire secondo necessità rilevanti. Il risultato è il poter apportare modifiche in corsa, e soprattutto abbattere i costi evitando di sviluppare feature inutili.
E questa l’introduzione pratica.
Voglio però parlare di com’è fare parte di un’azienda che è 100% Agile, non solo nei processi di produzione, ma culturalmente, nell’intero contesto lavorativo. Niente teoria, ma pratica sul campo. Dunque, manuale a parte cos’ho trovato?
Sono entrata in un contesto organizzato in maniera alquanto orizzontale, con pochi livelli gerarchici, e nel quale non esistono i classici “dipartimenti”, ma ci sono gruppi di persone: i team. Qui la prima differenza palpabile rispetto a ciò di cui avevo avuto esperienza.
Una sana curiosità nel capire i meccanismi si è subito fatta strada in me. Al contempo ho capito di dovermi dotare in fretta di molte nuove “attrezzature”: “daily stand up”, “scrum”, “scrum of scrum”, “gilda”..insomma, c’era da perdere la bussola, un po’ come Alice quando arriva nel Paese delle Meraviglie e prova tutte quelle cose che la fanno diventare grande e poi minuscola nel giro di pochissimo tempo. Un groviglio!
Con grande sollievo il “passaggio” si è rivelato veloce ed indolore. Ho realizzato che queste azioni servono per facilitare un processo, non complicarlo.
Si pianificano insieme le azioni e si decide in team cosa portare avanti, così che tutti siano al corrente di tutto, e ogni giorno ci si aggiorna sui progressi fatti e gli obbiettivi raggiunti. Si lascia ampio spazio alla creatività individuale, allo spirito d’iniziativa del singolo, che arricchisce quello del gruppo. Ben presto nella mia mente è scattato un click: ciaociao vecchie strutture muffose, benvenuto Agile 🙂
Lo ho visto applicare alla produzione, ai processi, al mio team, ai clienti.
Si fissano le priorità senza perdere il filo delle cose importanti. Si diventa elastici, quindi se ci sono urgenze le si infilano senza problemi in un flusso di lavoro modulabile. L’aspetto che però mi è piaciuto di più è quello di mantenere la mente sempre attiva alla ricerca delle soluzioni più performanti, senza anarchia, ma con la collaborazione continua e l’auto-organizzazione. E ve lo dico contenta, lo stress si riduce notevolmente!
Per orientarvi con il dizionario terminologico, vi lascio qui un piccolo prontuario dei termini/azioni:
Scrum: è una metodologia Agile, quella che si è scelto di adottare, eh, sì, perché ce ne sono altre..
Daily Stand Up: ogni giorno, ogni team e tutti in piedi. Ci si racconta cosa si è fatto il giorno prima, cosa è in programma per il giorno corrente ed eventuali problematiche. Perché in piedi? Perché la voglia di sedersi presto fa sì che il tutto non duri più di 10 minuti! Intelligente, no!?
Scrum of Scrum: è una riunione dei referenti di ogni team (che variano di volta in volta) e durante la quale si espongono agli altri criticità, problemi e progressi di ognuno dei team. Un ottimo sistema per far girare la comunicazione intra-aziendale.
Sprint: un ciclo di lavoro, una piccola “corsa” al termine della quale poi si fa una Review con il cliente e una Retrospettiva di team per capire che percorso si è seguito, se è il caso di cambiare qualcosa e individuare eventuali errori per non ripeterli. Sprint dopo sprint fino ad arrivare al traguardo finale.
Gilda: non si riferisce alla mitica Hayworth del film del ‘64, ma più prosaicamente ad un incontro intra team per condividere le conoscenze e creare uno spazio di confronto.
Team senza team leader: come dare la massima libertà e allo stesso tempo far capire a tutti l’importanza e il peso del lavoro di ognuno.
DA NOI NON C’È L’HR, DA NOI C’È IL PEOPLE TEAM, PERSONE PER FARE FELICI LE PERSONE
Qui si apre un’altra questione. L’Agile è una cultura che abbraccia tutta l’organizzazione aziendale, non solo le metodologie di produzione software. Per questo in Interlogica non esiste l’HR (Human Resources), qui c’è il People Team. I dipendenti, noi, siamo persone, e non numeri da registrare. È un cambio culturale che reputo molto importante e che fa pensare a quanto sia necessario virare verso modelli più umani e contemporanei. Ho scoperto che in America esiste già con successo il Chief happiness officer, e si occupa non di benefit materiali, ma del benessere delle persone; ne interpreta i bisogni, le ascolta, le motiva, e fa in modo che tutti siano valorizzati e di conseguenza lavorino meglio e più in armonia con i collegi. Cosa ne beneficia? L’intera struttura.
Direi che corrisponde a quello che il People Team fa per noi. E sicuramente merito ad Interlogica che è una delle primissime aziende in Italia ad averlo.
E PER FINIRE..L’UFFICIO LIQUIDO
Nel parlare di liquidità a proposito di qualche cambiamento culturale, viene subito alla mente il buon Baumann, Zygmunt il grande teorico della società liquida. Ora pensate a questo stesso principio applicato ad un sistema aziendale. Ed otterrete questo:
Ok, non è ancora chiarissimo. In questo breve video che ha realizzato una mia collega si vedono 10 pc portatili. I portatili, si sa, sono adatti alla mobilità. Ecco trovata la parola chiave: Mobilità. L’ispirazione è agli spazi del coworking, per poi calarsi nell’ambito dell’ufficio vero e proprio. Quei dieci portatili nella clip sono solo una parte – in tutto sono 35 – delle nuove macchine appena ordinate, e saranno l’attrezzatura fornita ad ognuno di noi (vi rivelo che il mio l’ho già avuto quando sono arrivata).
E il cambiamento è nell’aria. Ci si può spostare agevolmente da un tavolo all’altro, da un piano all’altro, entrare in contatto con colleghi diversi, potenzialmente ogni giorno. A me sinceramente questo modus è piaciuto subito. Adoro parlare con le persone, sapere a cosa stanno lavorando, vedere facce nuove. Ogni mattina la sensazione è quella di stare in uno spazio che ne comprende molti: ufficio con postazione fissa addio! Tutto ciò che serve è contenuto in quelle piccole macchine portatili.
“L’innovazione è tutto. Quando si è in prima linea si riesce a vedere quale sarà la prossima innovazione necessaria. Quando si è dietro, si devono spendere le energie per recuperare terreno.” Robert Noyce
Credo di poter concludere qui questo breve viaggio in questo nuovo, per me, universo Agile. La mia esperienza si arricchisce un giorno dopo l’altro e avrei voluto raccontare altre cose e chissà, magari tra qualche mese lo farò.
Ma torniamo infine alla domanda iniziale: Perché Interlogica è Interlogica?
Interlogica è un posto dove le menti delle persone sono valorizzate, lo scambio di conoscenze incentivato, è un posto dove si fa ricerca nell’ottica di trovare soluzioni che siano sempre un passo avanti a tutti. È un’azienda che la trasformazione l’aggredisce ancora prima che diventi idea, creando al suo interno un ambiente che incoraggia tutti i dipendenti e i partner commerciali, e che mette in evidenza il potenziale latente nei suoi clienti.
“Siamo nel mezzo di una grande e importante virata” – mi ha detto uno dei primi giorni il CEO Alessandro Fossato – e ora lo capisco, che un processo non si fa con le parole, si fa con le azioni coraggiose, le passioni, le idee audaci, le giornate impiegate a trasformare un gruppo in una nave solida che proceda a tutta forza verso mari nei quali nessuno ha ancora pensato di navigare.
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